top of page

Il processo tributario in Francia

Rodolphe Rous



Il processo tributario in Francia è un tema particolarmente interessante per chi desidera comprendere le specificità dell’ordinamento francese in materia fiscale e le differenze rispetto al sistema italiano. Occorre tenere presenti, da un lato, le norme e le procedure proprie del contenzioso amministrativo (poiché la giurisdizione in materia di imposte dirette e molte imposte indirette spetta in gran parte ai tribunaux administratifs) e, dall’altro, le previsioni dei codici fiscali (Code général des impôts – CGI, Livre des procédures fiscales – LPF) che disciplinano tanto la fase di accertamento quanto quella di riscossione e di contestazione. In questo articolo verrà tracciata una panoramica articolata del processo tributario francese, evidenziando i principali riferimenti normativi, le tappe procedurali obbligatorie, le differenze tra contenzioso dell’accertamento (contentieux de l’assiette) e contenzioso della riscossione (contentieux du recouvrement), il ruolo dei tribunaux administratifs, delle cours administratives d’appel e del Conseil d’État, nonché i casi in cui la competenza appartiene invece all’ordre judiciaire (tribunaux giudiziari) anziché alle giurisdizioni amministrative. Ci soffermeremo infine su un parallelo con il sistema italiano, che prevede, in base al D.Lgs. n. 546/1992, un contenzioso tributario dinanzi alle Commissioni Tributarie Provinciali e Regionali, con possibilità di ricorso in Cassazione.



Quadro normativo e definizioni generali


La materia fiscale in Francia si fonda principalmente su due codici: il Code général des impôts (CGI), che definisce le norme sostanziali sulle imposte e sui tributi, e il Livre des procédures fiscales (LPF), che stabilisce le regole fondamentali in materia di accertamento, controlli, sanzioni e contenzioso. Anche il Code de justice administrative (CJA) gioca un ruolo chiave, in quanto definisce le regole generali del giudizio amministrativo, cui si fa ampio ricorso nel contenzioso tributario (in particolare per le imposte dirette e per la maggior parte delle imposte indirette). L’ordine amministrativo è composto in primo grado dai tribunaux administratifs, in secondo grado dalle cours administratives d’appel, e in ultimo grado dal Conseil d’État.Le imposte in Francia si dividono, ai fini del contenzioso, in due grandi categorie: le impôts per le quali è competente il giudice amministrativo (come l’imposta sul reddito, l’imposta sulle società, la TVA – taxe sur la valeur ajoutée, le imposte locali su terreni e fabbricati e la maggior parte dei diritti e tasse connesse) e quelle, meno numerose, che ricadono nell’orbita del giudice civile o giudiziario (soprattutto alcuni diritti di registro, come i droits d’enregistrement, e talune tassazioni considerate “di natura civile” o “parafiscali”). Il principio generale è che ogni volta che la norma fiscale possa essere qualificata come atto amministrativo e rientrare nella sfera di competenza dell’Administration fiscale (Direction générale des Finances publiques – DGFiP), la competenza giurisdizionale, per la fase contenziosa, è tendenzialmente del giudice amministrativo.



La fase precontenziosa: la réclamation préalable


Uno degli elementi centrali del processo tributario francese è la necessità di esperire un ricorso amministrativo obbligatorio (réclamation préalable) prima di adire il giudice. L’articolo R* 190-1 e seguenti del LPF prevedono che il contribuente, che contesti un avviso di accertamento o la debenza di un tributo, debba proporre una réclamation scritta all’Amministrazione finanziaria competente (il più delle volte, la Direction départementale des Finances publiques). Questo step è una fase di discussione preliminare, nella quale il contribuente può far valere le proprie ragioni e tentare di giungere a un accordo o a un riesame dell’atto impositivo.La mancata proposizione di questa réclamation amministrativa comporta l’inammissibilità del successivo ricorso giurisdizionale. È pertanto una tappa obbligata: se l’Amministrazione respinge la réclamation (esplicitamente o tacitamente, se non risponde entro un certo termine, in genere sei mesi), il contribuente può ricorrere al tribunale amministrativo competente entro i termini di legge (normalmente due mesi dalla notifica del rigetto espresso o dalla formazione del silenzio-rigetto).



Il tribunal administratif come giudice di primo grado


Una volta esaurita la fase amministrativa senza esito favorevole, il contribuente ha facoltà di promuovere l’azione dinanzi al tribunal administratif competente per territorio, ai sensi del Code de justice administrative. L’articolo R* 421-1 CJA stabilisce che il ricorso va proposto entro due mesi dal giorno in cui è intervenuta la decisione di rigetto (espresso o tacito) della réclamation. Il ricorso in questione rientra di solito nella categoria del “recours pour excès de pouvoir” se si vuole contestare la legittimità dell’atto impositivo, ma più spesso viene qualificato come “recours de pleine juridiction” (ricorso di piena giurisdizione), che consente al giudice amministrativo di modificare l’obbligazione tributaria, riducendola o annullandola.In questa fase, il contribuente (o il suo avvocato) deve depositare un ricorso scritto (requête) che esponga gli argomenti di fatto e di diritto contro l’accertamento fiscale. Il tribunal administratif svolge un’istruttoria, spesso scambiando memorie scritte fra le parti (contribuente e Direzione delle Finanze Pubbliche), per poi pronunciarsi con una sentenza che può annullare, ridurre o confermare l’imposta. In taluni casi, il giudice può persino riconoscere un rimborso di somme pagate in eccesso.



Contentieux de l’assiette e contentieux du recouvrement


Nel quadro del processo tributario, si distingue tra contenzioso relativo all’“assiette” (ossia la base imponibile, la liquidazione dell’imposta e la legittimità dei titoli impositivi) e contenzioso relativo al “recouvrement” (la riscossione). Sebbene entrambi i profili siano spesso esaminati dall’ordine amministrativo, la procedura può variare.

  • Contentieux de l’assiette: riguarda la contestazione del principio stesso dell’imposta, la quantificazione del reddito o dei profitti, la qualificazione giuridica della materia imponibile, l’aliquota applicata, le esenzioni e detrazioni. In questo contesto, la contestazione avviene dopo la notifica dell’accertamento, seguendo la réclamation préalable e poi il ricorso al tribunal administratif.

  • Contentieux du recouvrement: verte sulle modalità di riscossione, il calendario dei pagamenti, la fondatezza di sanzioni e interessi di mora, la legittimità degli atti esecutivi (come ingiunzioni di pagamento e pignoramenti). Anche in questo caso si passa spesso per un reclamo amministrativo e poi per il tribunal administratif, sebbene vi siano situazioni in cui il giudice competente possa appartenere all’ordine giudiziario, specie quando si tratta di opposizioni a procedure esecutive che coinvolgono diritti di garanzia di natura civile.



Commission départementale des impôts


In alcune circostanze, prima di adire il giudice amministrativo, è possibile (o obbligatorio, a seconda dei casi) ricorrere a una Commission départementale des impôts directs et des taxes sur le chiffre d’affaires. Questi organi hanno la funzione di esaminare determinate controversie di fatto (ad esempio la determinazione di elementi reddituali, la qualificazione di certe operazioni soggette a imposta) e di cercare una mediazione o una soluzione tecnica. Il parere della Commission dipartimentale, anche se non sempre vincolante, può rivestire un certo peso nel successivo giudizio. Il contribuente che si ritiene comunque leso dalle conclusioni della Commission può proseguire nel ricorso dinanzi al tribunal administratif.



La rappresentanza in giudizio e l’obbligatorietà dell’avvocato


Nel contenzioso tributario dinanzi ai tribunaux administratifs e alle cours administratives d’appel, vige in linea generale la regola dell’obbligatorietà della rappresentanza tramite avvocato (anche se, in talune controversie di ridotto valore o in procedimenti sommari, è ammessa la difesa personale). Tuttavia, considerata la complessità della materia fiscale, è assai raro che un contribuente decida di difendersi senza assistenza legale.In Francia, gli avvocati specializzati in diritto fiscale e diritto amministrativo rappresentano i contribuenti davanti al tribunale amministrativo e alla corte amministrativa d’appello. Per il ricorso dinanzi al Conseil d’État, occorre un avvocato abilitato (avocat au Conseil d’État et à la Cour de cassation), come avviene per il giudizio di legittimità in materia civile dinanzi alla Cour de cassation.



Procedimento d’appello dinanzi alle cours administratives d’appel


Avverso la sentenza del tribunal administratif è possibile proporre appello dinanzi alla cour administrative d’appel territorialmente competente. Il termine per l’appello è in genere di due mesi dalla notifica della sentenza di primo grado. In appello, la parte deve depositare una mémoire d’appel che riprende i motivi di contestazione, ampliandoli o precisandoli ove necessario. Segue lo scambio di memorie tra le parti, durante il quale l’Amministrazione finanziaria può difendere l’operato del tribunal administratif o avanzare motivi di appello incidentale.La cour administrative d’appel può confermare, riformare o annullare la sentenza di primo grado. In caso di annullamento, può rinviare la causa al tribunal administratif, oppure giudicare nel merito se ritiene di avere elementi sufficienti.



Il ricorso in cassazione dinanzi al Conseil d’État


Contro la sentenza di appello è ammesso il ricorso per cassazione al Conseil d’État, limitatamente a motivi di legittimità (errori di diritto, difetto o eccesso di potere, violazioni di legge o vizi procedurali). Non si tratta quindi di un terzo grado di merito, bensì di un sindacato sulla correttezza giuridica della pronuncia di appello. Anche il contribuente può proporre ricorso in cassazione, come pure l’Amministrazione finanziaria, se ritiene che la sentenza della cour administrative d’appel sia errata in diritto.Il termine per proporre ricorso in cassazione è di due mesi dalla notifica della sentenza di appello. Le formalità sono disciplinate dal CJA, che richiede la sottoscrizione degli atti da parte di un avvocato ammesso al patrocinio davanti al Conseil d’État e alla Cour de cassation. Il Conseil d’État, se accoglie il ricorso, può decidere la causa nel merito se ritiene che non siano necessari ulteriori accertamenti di fatto, altrimenti può rinviare la controversia alla stessa cour administrative d’appel o a un’altra.



Competenza dell’ordine giudiziario


Non tutte le controversie fiscali ricadono sotto l’ombrello dei tribunaux administratifs. Alcune imposte, diritti o tasse, in particolare i diritti di registro (droits d’enregistrement) e quelli di successione, certe tasse ipotecarie, alcuni contributi sociali o parafiscali, rientrano nel contenzioso dell’ordine giudiziario. In tali casi, la controversia viene trattata dal tribunal judiciaire (già tribunal de grande instance). Il contribuente in genere deve comunque proporre un reclamo preliminare all’Amministrazione, come avviene per le controversie di competenza del giudice amministrativo. Se questo reclamo non risolve la questione, ci si rivolge al tribunal judiciaire seguendo le norme del Code de procédure civile, con la possibilità di arrivare fino alla Cour de cassation in ultimo grado.Anche in questo contenzioso giudiziario possono intervenire organi di conciliazione come la Commission départementale de conciliation, benché queste commissioni riguardino principalmente le imposte di competenza amministrativa. È importante verificare caso per caso quale sia la giurisdizione competente, poiché la distinzione tra ordine amministrativo e giudiziario in materia fiscale in Francia è ben definita ma può presentare sfumature a seconda del tributo contestato e della natura dell’atto.



Procedimenti speciali e misure urgenti: référé fiscal


Nel sistema francese esistono procedure urgenti o sommarie (référé) che consentono, ad esempio, al contribuente di ottenere la sospensione dell’esecuzione dell’atto impositivo (référé-suspension) o di far valere un’istanza d’urgenza per l’annullamento di un provvedimento fiscale ritenuto palesemente illegittimo (référé-liberté). Questi strumenti, disciplinati dagli articoli L.521-1 e seguenti del CJA, consentono di prevenire danni gravi e irreparabili che il contribuente potrebbe subire a causa dell’immediata esecuzione di un atto fiscale. Occorre dimostrare l’urgenza e la sussistenza di un dubbio serio sulla legittimità dell’atto impugnato. Se il giudice amministrativo concede la sospensione, l’Amministrazione non potrà procedere alla riscossione finché non interviene la decisione definitiva sul merito del ricorso.



Termini di decadenza e prescrizioni


Un aspetto rilevante del processo tributario in Francia riguarda i termini di decadenza e prescrizione. Il LPF prevede, per la maggior parte delle imposte, un termine entro cui l’Amministrazione può avviare i controlli (di norma tre anni, che possono diventare sei in caso di frode o redditi occultati, e dieci in casi eccezionali come i paradisi fiscali). Una volta che l’atto impositivo viene emesso, anche il contribuente ha termini precisi per proporre la réclamation (generalmente fino al 31 dicembre del secondo anno successivo al pagamento o alla notifica dell’avviso) e, dopo il rigetto della stessa, un ulteriore termine per proporre ricorso al tribunale amministrativo. Il rispetto scrupoloso di queste scadenze è fondamentale, poiché la decadenza comporta l’inammissibilità del ricorso.



Sanzioni fiscali


Nel contenzioso tributario, spesso ci si trova anche a contestare le sanzioni pecuniarie irrogate dall’Amministrazione in caso di evasione o inadempimento. La Francia applica sanzioni che variano dal 10% (ritardo o omissione meramente formale) al 40% (omissione volontaria) fino al 80% o 100% in casi particolarmente gravi di frode fiscale. Il tribunale amministrativo è competente a esaminare non solo la legittimità dell’imposta, ma anche la proporzionalità delle sanzioni. L’articolo L.80 del LPF stabilisce alcuni limiti alle sanzioni, garantendo un certo grado di tutela al contribuente. Il giudice amministrativo può ridurre o annullare le sanzioni qualora le ritenga sproporzionate rispetto alla natura o gravità dell’infrazione.



Eventuali responsabilità penali: connessione con il giudice penale


Quando la condotta del contribuente integri gli estremi di un reato fiscale (fraude fiscale), la competenza a giudicare l’aspetto penale spetta all’ordre judiciaire (tribunale correctionnel). Si realizza dunque una specie di “doppio binario”: da un lato il processo amministrativo/tributario volto a definire l’ammontare dell’imposta e delle sanzioni pecuniarie, dall’altro un eventuale procedimento penale per frode, che comporta pene più severe (multe elevate, interdizioni, persino pena detentiva). Tuttavia, le pronunce dei giudici amministrativi in merito alla sussistenza o meno di un’imposta dovuta possono influire sui fatti oggetto del procedimento penale, fermo restando che la giurisdizione penale è indipendente nel valutare la prova del reato.



Accertamento e diritto al contraddittorio


Il contribuente, durante la verifica fiscale e nel corso dell’accertamento, gode di un diritto al contraddittorio sancito dagli articoli L.57 e seguenti del LPF: prima di procedere a una rettifica, l’Amministrazione deve notificarne i motivi. Il contribuente ha la possibilità di presentare osservazioni e documenti integrativi. Questo contraddittorio è essenziale anche in sede di contenzioso, poiché un eventuale vizio nella fase di verifica o nel contraddittorio preliminare può invalidare l’atto impositivo. Pertanto, buona parte delle difese del contribuente può basarsi sulla violazione del diritto di difesa o su irregolarità procedurali (ad esempio, mancata comunicazione di determinati documenti, assenza di contraddittorio nei tempi stabiliti, inosservanza delle garanzie previste dagli articoli L.47 e seguenti del LPF).



Esecuzione delle decisioni


Le sentenze emesse dai tribunaux administratifs e dalle cours administratives d’appel sono esecutive. Se il giudice annulla l’avviso di accertamento, l’Amministrazione è tenuta a rimborsare le somme eventualmente versate e a sospendere o revocare le procedure di riscossione. Il mancato rispetto della sentenza può dar luogo a un’azione di esecuzione forzata contro l’Amministrazione stessa (anche se, nella prassi, tali situazioni sono rare, poiché le autorità fiscali tendono a conformarsi alle decisioni giudiziali). In caso di conferma del debito tributario, il contribuente deve procedere al pagamento entro i termini imposti, pena l’avvio di azioni esecutive.



Paragone con il sistema italiano


In Italia, la giurisdizione sulle controversie tributarie è affidata a organi specializzati, le Commissioni Tributarie Provinciali (primo grado) e le Commissioni Tributarie Regionali (secondo grado), ora destinate a essere gradualmente sostituite da un nuovo assetto riorganizzato come “Corti di giustizia tributaria” (riforma intervenuta con la L. n. 130/2022). Per proporre ricorso avverso un atto impositivo, il contribuente deve rivolgersi a questi giudici tributari dopo aver presentato, nei casi obbligatori, un’istanza di reclamo-mediazione (in Italia, l’istituto è disciplinato dal D.Lgs. n. 546/1992 e successive modifiche). Al pari della Francia, la competenza è definita in base alla natura dell’imposta e all’organo che ha emesso l’atto (Agenzia delle Entrate, Agenzia delle Dogane, ecc.). Inoltre, esiste un obbligo di assistenza tecnica davanti al giudice tributario italiano, salvo che il valore della lite non superi una certa soglia (generalmente 3.000 euro) e che non si tratti di un contribuente che voglia difendersi personalmente.In entrambi i Paesi, si contempla un’eventuale fase di giudizio di legittimità: in Italia, la Corte di Cassazione; in Francia, il Conseil d’État per il contenzioso amministrativo. Entrambi sono giudici di “legittimità”, e non di merito, e richiedono un’abilitazione professionale specifica. Il sistema francese, dal canto suo, si distingue per il carattere più marcato della giurisdizione amministrativa (tribunaux administratifs, cours administratives d’appel) e per la presenza di commissioni di conciliazione con competenze tecniche (Commission départementale des impôts). In Italia, la mediazione fiscale è un’istituzione relativamente recente (introdotta nel 2012).Un’altra peculiarità italiana, che per alcuni aspetti trova corrispondenza in Francia, è la possibilità di ottenere la sospensione degli effetti dell’atto impugnato quando vi sia un “grave danno” in caso di esecuzione immediata: in Italia, l’articolo 47 del D.Lgs. n. 546/1992 disciplina la sospensione cautelare, in Francia ci si affida principalmente alla procedura di référé-suspension dinanzi al giudice amministrativo, ex articoli L.521-1 e seguenti del CJA.



Possibili vie di conciliazione e mediazione


Le controversie fiscali in Francia possono, in taluni casi, essere oggetto di conciliazione prima o durante il processo davanti al tribunal administratif. Come accennato, la Commission départementale des impôts ha una funzione di mediazione tecnica. Inoltre, è prassi che l’Amministrazione, specie in materie complesse, possa raggiungere accordi con il contribuente su elementi come la valutazione degli imponibili o la sanzione da applicare. Rispetto all’Italia, dove si registra un’ampia diffusione degli istituti di conciliazione giudiziale (articoli 48 e 48-bis D.Lgs. n. 546/1992) e di definizione agevolata (es. ravvedimento operoso, definizione degli avvisi bonari, ecc.), in Francia la mediazione non è altrettanto strutturata, benché negli ultimi anni le autorità fiscali francesi abbiano mostrato apertura a soluzioni di “accordo preventivo” con i contribuenti, soprattutto nei settori delle imprese multinazionali (anticipatory rulings).



Ruolo della giurisprudenza del Conseil d’État


Il Conseil d’État, oltre a essere giudice supremo per il contenzioso amministrativo, esercita in Francia un ruolo sostanzialmente di orientamento e di uniformità interpretativa. Le sue decisioni in materia di diritto tributario hanno natura vincolante per i tribunali amministrativi e per le corti amministrative d’appello, determinando linee guida su come applicare le norme fiscali e procedurali. Questo meccanismo ricorda, con le dovute differenze, la funzione nomofilattica della Corte di Cassazione in Italia. Il contribuente francese e l’Amministrazione spesso attendono la pronuncia del Conseil d’État per chiarire questioni controverse, come la qualificazione di determinati redditi, la compatibilità di norme fiscali con i principi costituzionali o con il diritto europeo.



Imposta sul valore aggiunto (TVA) e peculiarità del contenzioso


Tra le imposte più rilevanti in Francia vi è la TVA (taxe sur la valeur ajoutée), che corrisponde all’IVA italiana. Il contenzioso in materia di TVA segue le stesse linee generali del contenzioso tributario davanti al tribunale amministrativo, ma con alcune specificità legate alle norme comunitarie e ai regolamenti UE sull’armonizzazione dell’IVA. Può accadere che il giudice nazionale sospenda il giudizio e presenti una domanda di pronuncia pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, qualora emergano dubbi sull’interpretazione di direttive e regolamenti comunitari. Questa evenienza risulta più frequente nel contenzioso TVA che in altri tributi, dato il forte impatto delle direttive UE in materia di imposta sul valore aggiunto.



Il ruolo del diritto europeo e internazionale


La Francia, come membro dell’UE, è soggetta a direttive e regolamenti comunitari in ambito fiscale, in particolare per l’IVA, i dazi doganali e taluni aspetti dell’imposizione diretta delle imprese (es. direttive sulla madre-figlia, sugli interessi e royalties, sugli scambi di informazioni). Il giudice amministrativo francese può interpretare le norme nazionali alla luce del diritto europeo; in caso di dubbio, può rivolgersi alla Corte di Giustizia UE con una questione pregiudiziale. Questo incide tanto sulla fase di accertamento (l’Amministrazione deve conformarsi ai principi UE) quanto sul contenzioso, poiché il contribuente può far valere l’eventuale contrasto fra norme interne e regolamenti o direttive comunitarie.Le convenzioni contro le doppie imposizioni (tax treaties), stipulate tra la Francia e altri Stati (inclusa l’Italia), possono inoltre costituire una fonte rilevante di difesa per i contribuenti non residenti, o per i residenti in Francia con redditi di fonte estera. In caso di controversia legata all’interpretazione di una convenzione bilaterale, il tribunal administratif o la cour administrative d’appel devono applicare i principi di diritto internazionale pattizio, e, se necessario, chiedere chiarimenti al Conseil d’État.



Garanzie del contribuente e misure a tutela


Il sistema francese prevede meccanismi di tutela sia in fase di accertamento, sia in fase di riscossione, che mirano a evitare un uso eccessivo dei poteri dell’Amministrazione. L’articolo L.10 del LPF stabilisce il principio secondo cui ogni ispezione deve essere condotta in modo proporzionato, rispettando la vita privata e i diritti fondamentali del contribuente. La Direction générale des Finances publiques dispone di poteri di indagine e verifica (accesso ai locali, richiesta di documenti, questionari), ma è tenuta a rispettare tempi e modalità che consentano alla parte verificata di organizzare la propria difesa.Se il contribuente ritiene che un’ispezione sia stata condotta in modo abusivo, può presentare reclamo all’Autorità gerarchicamente superiore o rivolgersi poi al tribunale amministrativo invocando la violazione del diritto al contraddittorio o l’illegittimità del procedimento. Nel caso di atti esecutivi considerati eccessivi (ad esempio blocco del conto bancario, sequestro dei beni), esistono i mezzi di opposizione e di référé per ottenere una sospensione d’urgenza.



Riscossione e opposizioni


Dal punto di vista procedurale, la riscossione in Francia è gestita dalla DGFiP, la quale emette avvisi di pagamento e, in caso di inadempienza, può procedere con atti esecutivi (saisie-attribution, ipoteche legali, ecc.). Il contribuente che contesti la legittimità o la correttezza formale di tali atti può presentare opposizione davanti al giudice competente. In linea di massima, per la maggior parte delle imposte dirette, il giudice competente è il tribunal administratif, ma per taluni tributi o per aspetti civili della riscossione (come la validità di un titolo esecutivo su beni immobiliari), la competenza può spettare al tribunal judiciaire. L’articolo L.281 del LPF e seguenti dettano le regole sulle opposizioni e sulle procedure di riscossione coattiva.



Conclusioni


Il processo tributario in Francia è disciplinato da un insieme articolato di norme (CGI, LPF, CJA), le quali definiscono obblighi procedurali ben precisi e riconoscono al contribuente un ventaglio di tutele.


La necessità di presentare un reclamo amministrativo preventivo (réclamation préalable), la distinzione tra tribunale amministrativo (per la gran parte delle controversie) e tribunale giudiziario (per alcuni tributi specifici), la facoltà di ricorrere a Commissioni di conciliazione tecnica, la struttura su tre gradi di giudizio (tribunal administratif, cour administrative d’appel, Conseil d’État) e l’eventuale intervento del giudice penale in caso di frode rendono il contenzioso tributario francese un percorso molto formalizzato, ma al contempo dotato di meccanismi di garanzia sostanziale.


Dal paragone con il sistema italiano emergono notevoli somiglianze, specialmente per la presenza di un obbligo di reclamo/istanza preliminare in alcune situazioni, di un’udienza e di un contraddittorio processuale, e di una suddivisione fra giudizi di merito e giudizio di legittimità. Le differenze più marcate risiedono nella separazione netta tra giudice amministrativo e giudice giudiziario in Francia, nella funzione di organi come la Commission départementale des impôts e nel peso incisivo del Conseil d’État. In entrambi i Paesi, il contribuente che affronti un processo tributario deve prestare grande attenzione ai termini e alle formalità, nonché affidarsi a professionisti competenti per far valere i propri diritti.


Considerate le complessità procedurali, l’assistenza di un avvocato esperto di diritto fiscale francese risulta di fatto indispensabile, non solo per la difesa in giudizio ma anche per la fase precontenziosa, in cui è possibile talvolta raggiungere un accordo e scongiurare un confronto in tribunale.

 
 

Commenti


bottom of page